Cielo arido

«[Questo è] un racconto che, come tutti i racconti che si rispettino, si preoccupa e lascia testimonianze soltanto dei propri nodi e non del proprio tedioso svolgimento: il ritiro del nostro uomo dal lavoro, il primo omicidio di un ragazzo, la fuga di due giovani che si rifugiano in un’altra patria, lo scoppio di una guerra, la morte di una bambina inerme, la repressione di uno sciopero, la trasformazione di un paese in città, un errore fortunato, la ribellione di un gruppo di credenti, il fuoco che divora due cani, l’inaugurazione di una grande diga, il risveglio dopo un sogno amaro, le condoglianze di una levatrice e di sua nipote, la convinzione di una fedele, una pallottola conficcata in petto, la conversione di un’anima empia, la rabbia nei confronti di un uomo inseguito per tanti anni, il mutismo intenzionale e reiterato di un ragazzo, il concepimento di una creatura».

Dalle ambizioni epiche del grande romanzo sudamericano, ma dall’acribia narrativa di Thomas Bernhard, Cielo arido, ultimo romanzo di Emiliano Monge, scrittore messicano 36enne, racconta la vicenda noir del protagonista tramite una serie di istantanee, scandita nella narrazione dal ritmo dei suoi stessi desideri, ripensamenti, intenzioni. Edito da La nuova frontiera con il sostegno del programma di Aiuto alla traduzione di Opere Messicane verso Lingue Straniere (ProTrad), nella traduzione di Natalia Cancellieri.

Emiliano Monge è nato a Città del Messico nel 1978. Ha studiato Scienze Politiche all'Universidad Nacional Autónoma del Messico dove ha tenuto anche dei corsi. Ha collaborato con giornali e riviste letterarie. Attualmente vive a Barcellona e si dedica a tempo pieno alla scrittura. Morire di memoria è il suo primo romanzo. Nel 2008 è stato finalista del premio Antonin Artaud con il volume di racconti Arrastrar esa sombra.


E. Monge, Cielo arido, ed. La nuova frontiera, 2013, pp. 220, euro 19.

(«Pagina3», 5 maggio 2014)

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